Sull'autore come enologo c'è poco
da dire, un profeta, un precursore della rifondazione del vino italiano.
Entrato giovane a lavorare alle cantine Antinori è cresciuto avendo anche la fortuna,
come da lui raccontato nel libro, di essere allievo di Emile Peynault, un mito indiscusso,
riconosciuto universalmente come padre dell'enologia moderna.
Se poi non conoscete Tachis e vi chiedete cosa ha fatto in oltre
50 anni da enologo, basta citare alcuni dei vini tra i tanti da lui curati, tre dei più conosciuti al mondo: Tignanello, Solaia e Sassicaia.
Per quanto riguarda il libro secondo me non si può certo dire che si legga
scorrevolmente. Indubbiamente rispecchia l'infinita cultura enologica e non solo dell'autore, pregiati e preziosi i riferimenti di storia e mitologia, impressionante, ma a causa delle grande quantità di informazioni la lettura scorre a
rilento e resta un po’ indigesta.
Quando però si riesce ad arrivare in fondo, la lettura non ha lasciato indifferente, il libro dà un arricchimento culturale non trascurabile.
Consiglio di leggerlo, magari approfittando di momenti con la mente ben lucida e non affaticata e ovviamente accompagnato da un bel vino da meditazione (definizione che l'autore del prossimo libro che
recensirò odia profondamente...)
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